Perché, a volte, ci sentiamo impotenti, isolati o inferiori rispetto agli altri?

Può capitare, nel corso della nostra vita, di vivere momenti in cui, invece di sentirci parte di qualcosa di più grande, ci sentiamo tagliati fuori da tutto e da tutti; invece di sentirci felici nel nostro contributo unico al funzionamento dell’Universo, ci sentiamo inferiori rispetto a quelli che ci circondano; invece di provare il nostro senso di potere creativo infinito, ci sentiamo impotenti e immobilizzati.

Quando accadono queste cose, è in atto il lavoro dei Mala (non si tratta della collana di perline usata nella meditazione japa!), mantelli o veli che oscurano la luce della coscienza. I Mala fanno parte di noi e, quindi, non possono essere eliminati, ma possono essere visti, compresi e messi a tacere.

Lo yoga può insegnarci a diventare osservatori neutri quando questi Mala si presentano, utilizzando il potere del discernimento per aiutarci a vedere che, anche se ci sentiamo in un certo modo, non siamo quello. Con questa consapevolezza, possiamo lavorare con i Mala, e non contro di loro, per esser in grado di vedere noi stessi come siamo veramente: Pura Coscienza.

Il modo migliore per lavorare sui Mala è riconoscere quando sono al lavoro, e cercare di capire qual è il messaggio che ti stanno comunicando.

I Mala sono tre:

1. Anava Mala

La radice di questo termine è anu che significa “particella” o “punto” ed indica la sensazione di essere piccoli e insignificanti, separati da tutti e da ogni altra cosa. Questo velo ci disconnette dalla verità della nostra natura, collegata a qualcosa di più grande.

Questo Mala crea bassa autostima e insicurezza che conduce all’isolamento e alla profonda solitudine, alla tristezza e alla depressione.

Quando siamo presi nella presa di questo Mala, diventiamo così auto-assorbiti e auto-focalizzati che non possiamo vedere l’impatto delle nostre azioni, che rafforza ulteriormente la nostra disconnessione dagli altri. Siamo così pieni di vergogna, insicurezza che abbiamo occhi solo per noi stessi e per i modi in cui sentiamo di essere indegni.

Il lavoro di questo Mala è favorito dalla routine quotidiana che, spesso, ci porta a dimenticarci di noi stessi e del valore che rappresentiamo nel Disegno Universale. Inoltre, in questa era di saturazione da social media, i feed di Facebook o di Instagram fanno sembrare che la maggior parte della gente si stia godendo “la bella vita”, circondata da amici, amore, ottimo cibo e infinite opportunità. Quando sei ostaggio di Anava Mala, una tale pienezza di vita può sembrarti completamente fuori portata. Invece di vedere abbondanza e infinite opportunità di connessione, vedi solo i tuoi limiti e la disconnessione con te stesso e gli altri.

Poiché Anava Mala è connesso con il cuore, l’antidoto alla sua azione consiste nell’impegnarsi in pratiche e azioni che ti aiutano a risvegliarti nella tua vera natura, a ricordare la pienezza del tuo cuore e a permettere a quella pienezza di riempire i posti in cui ti senti vuoto, isolato e solo. In questo modo, ti ricolleghi con la tua pienezza, la tua bontà innata e la vera natura del tuo cuore.

2. Mayiya Mala

E’ il Mala che crea la percezione di differenza, separazione tra noi e il mondo. Crea un confronto con gli altri. Dà origine a sentimenti di gelosia e rabbia. 

La radice del termine è maya che significa “illusione”. Maya è lo schermo su cui si proietta la Coscienza, creando un senso di dualità. Questo Mala crea l’illusione della separazione e della differenza, impedendoti di vedere te stesso come connesso agli altri e, quindi, costringendoti a vivere nella separazione e nella competizione. Ti mantiene in una modalità di confronto, preoccupato di ciò che tutti pensano di te. Rafforza la tua separazione, impegnandoti nella competizione con gli altri e alimentando il demone della gelosia. È “impurità dell’illusione” che genera conflitto, rabbia, odio e delusione infuocata.

Inoltre, Maiya Mala rafforza la separazione attirandoci nella trappola di “recitare la parte” di qualcuno che è “perfetto”, “impeccabile”. Quando Maiya Mala è al lavoro, non confesserai mai di non sapere cosa fare o come si fa qualcosa.

Maiya Mala ti intrappola nella spirale discendente del confronto, del pensiero gerarchico, secondo il quale l’asana eseguita da una persona è “migliore” di un’altra perché è “più avanzata” o “più profonda”.

Poiché questo Mala è connesso con la mente, il modo per contrastarlo, è abbracciare un cambiamento di prospettiva, mostrandoti per quello che sei veramente, abbandonando le tue certezze su cosa è giusto o sbagliato. Correndo il rischio di vivere in modo autentico, esponendosi umilmente, attirerai persone genuine, mentre non si avvicineranno a te coloro che sono troppo preoccupati per le proprie apparenze e che non sono in grado di gestire una persona autentica come te.

3. Karma Mala

Karma significa “azione” e il Karma Mala è il velo dell’impotenza che, a volte, ci fa sentire incapaci di agire.

Spesso, questo Mala si presenta nella forma di equiparare il nostro valore alla nostra produttività e a quanto abbiamo realizzato nella nostra giornata o nella nostra vita.
L’influenza del Karma Mala fomenta il perfezionismo e l’inevitabile paura, vergogna, ansia e inutilità che possono venire quando non riusciamo a soddisfare le nostre aspettative non realistiche.

Il Karma Mala ci intrappola nella dimensione di essere definito dalla nostra capacità di rispondere alla domanda: “Allora, cosa fai di lavoro?”, impegnandoci costantemente in una battaglia senza fine per lavorare, fare di più, misurare i nostri risultati, fino a rimanere paralizzati da aspettative incredibilmente alte. Infatti, essendo collegato al corpo, la trappola del Karma Mala è quella di farci sentire una capacità di attività limitata, una sensazione di incapacità di agire, di non fare abbastanza, dando origine a sentimenti di preoccupazione e paura che vanno ad alimentare questo circuito perverso

Liberarci dal Karma Mala richiede diligenza. Ci impone di esaminare i nostri valori, di definire le nostre nozioni di “successo”, di “produttività” e di “priorità”. Così facendo, possiamo sperare di liberarci dal ciclo di auto-realizzazione in cui combattiamo per convincere gli altri, e noi stessi, che siamo degni di ciò che sappiamo, di ciò che facciamo, di ciò che sappiamo fare.
L’antitodo migliore per impedire il lavoro di questo Mala, è il Karma Yoga, di cui ho parlato in questo post: Cos’è il Karma Yoga?

È anche necessario riconoscere che possiamo sempre riconnetterci con quella fonte interiore di gioia assoluta per riprendere il controllo di noi stessi per ritrovare un senso di infinito potere creativo.

Devo essere disposto a rinunciare a quello che sono per diventare quello che sarò (Albert Einstein)